I menscevichi e i bolscevichi erano due dei principali gruppi politici coinvolti nella rivoluzione russa del 1917 e nella guerra civile russa che ne seguì.
I menscevichi erano un gruppo socialista moderato che sosteneva una transizione graduale al socialismo attraverso la partecipazione alle istituzioni democratiche. Rappresentavano principalmente la classe operaia urbana e avevano una base di sostegno tra gli intellettuali, i lavoratori qualificati e la borghesia piccolo-borghese. I menscevichi furono guidati principalmente da Julius Martov.
I bolscevichi, invece, erano un gruppo socialista radicale guidato da Vladimir Lenin. Essi sostenevano una rivoluzione violenta per rovesciare il sistema capitalistico e instaurare il socialismo. I bolscevichi erano considerati una fazione più radicale dei menscevichi e si basavano principalmente sulla classe operaia. Durante la rivoluzione russa, i bolscevichi riuscirono a prendere il controllo del governo e a instaurare un regime comunista, creando così l'Unione Sovietica.
Le divergenze principali tra menscevichi e bolscevichi riguardavano sia le questioni strategiche che le ideologie. I menscevichi credevano che la Russia dovesse prima attraversare una fase democratica borghese prima di raggiungere il socialismo, mentre i bolscevichi ritenevano che fosse possibile passare direttamente al socialismo attraverso una rivoluzione guidata dalla classe operaia.
Alla fine della guerra civile russa nel 1922, i bolscevichi emersero come il gruppo dominante e i menscevichi furono banditi dalla politica russa.
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